LA TENUTA DI TORGIANO
IL TERROIR DEL RUBESCO
Alle porte del borgo, al centro di una delle zone viticole più piccole d’Italia. Una lunga tettoia, e, dietro, una cantina che negli anni è cresciuta al passo delle vigne che la circondano. Ne escono molti vini, tutti certificati, e ogni dettaglio è seguito con attenzione quasi maniacale. Ci diverte dire che non esistono porte chiuse: fin dall’inizio, il nostro piacere è stato quello di invitare il visitatore a vedere, e toccare con mano, i processi di produzione e di affinamento.
Non c’è promozione migliore. La visita tocca ogni aspetto ed ogni fase della vinificazione, tra macchinari di ultima tecnologia ed ambienti di grande suggestione, botti e barrique, e si snoda lungo il corridoio avvolto nella penombra, affiancato da intere pareti di bottiglie distese in affinamento. Un percorso suggestivo, lungo il quale sono scanditi i nomi dei vini che qui attendono di raggiungere quel giusto punto di morbidezza ed eleganza per lasciare la cantina. Percorrendolo, si giunge al “caveau”, l’archivio storico, orgoglio dell’azienda, dove sono custodite le vecchie annate.
È uno spettacolo non comune, così come l’intera visita che introduce al mondo del vino e che sempre è seguita dai visitatori con attenzione e grande partecipazione. A seguire la degustazione guidata presso l’Enoteca della Cantina.
In cantina lavorano molti dei figli o dei nipoti dei primi operai che con il fondatore presero parte a questa avventura.
Un legame che continua attraverso le generazioni e che coinvolge la comunità di Torgiano: ed è la comunità che ha deciso di intitolare la strada su cui si affaccia la cantina proprio a Giorgio Lungarotti. È per la comunità che l’Azienda Lungarotti ha ristrutturato un edificio di sua proprietà per collocarvi la Caserma dei Carabinieri che rischiavano di dover lasciare Torgiano per mancanza della sede e di lasciare il territorio senza un presidio così importante.